martedì 3 settembre 2013

DA ALMA ATA


03/09/13 
ore 3:44  in un parcheggio sulla collina Kok Tobe – Alma Ata

ciao a tutti,
il progetto Snowleopard è finito da nove giorni, da quando con l’elicottero sono tornato nella civiltà a Djirghital in Tagikistan. In questo momento sto vivendo la fase tre di questo mio viaggio, quella del ritorno e più precisamente io e il mio socio Alberto stiamo cercando di ottenere il visto della Russia per tornare in Italia con Ringo, il mio furgone, attraverso Russia, Georgia, Turchia e Grecia. In questo momento siamo ad Alma Ata, in Kazakstan dove domani apre l’ufficio visti del consolato russo e sapremo come fare domanda e quanto dovremo aspettare.
Indaffarato a risolvere questi problemi e ad organizzare il tragitto del rientro, ma comunque anche intento ad assaporare e fare miei i paesaggi, le città e le esperienze già iniziate di questo mio viaggio di ritorno, ho riposto i due mesi di Snowleopard in un angolo. Come quando fai un trasloco e riempi dei grossi scatoloni pieni di roba, poi nella nuova casa incominci a spacchettare, inizi dalle cose necessarie, non dalle più importanti, cose come pentole, posate ecc. Alcuni scatoloni magari rimangono lì impacchettati per settimane, mesi, magari anche anni. Conosco un tale che ha traslocato a Milano da più di un anno e molti scatoloni non li ha ancora sistemati J. Questi scatoloni messi lì negli angoli, in posti che non intralciano il passaggio, possono anche contenere cose molto importanti come i della tua giovinezza che hanno contribuito a farti diventare come sei adesso, oppure oggetti arrivati da viaggi lontani che ormai fanno parte di te. Così è nella mia memoria il progetto Snowleopard: un grosso baule pieno di esperienze, sensazioni, gioie e delusioni alpinistiche ma anche umane. L’ho riposto lì in un angolo della mia nuova casa, ogni tanto ci vado vicino e lo apro e ci tiro fuori qualche pezzo di ricordo e me lo riassaporo. Il gusto è ancora fresco, vivo, non ancora sedimentato e velato dal tempo, dalla critica, dalla mia coscienza. Per qualche tempo vogli tenerli così questi ricordi, grezzi. Godermeli nella loro ruvidezza, ogni tanto farne riaffiorare uno alla mente e provarne le forti emozioni e sensazioni di allora. Senza giudizio ancora, senza critica. Quella verrà col tempo.
Quindi mi dispiace, ma ancora niente bilancio del progetto, niente “tirare le somme”, ma ancora tante emozioni. Intanto se vi va mi piacerebbe intrattenervi con racconti di pezzi di progetto e foto a tratti, mischiate con aneddoti di questo mio viaggio di ritorno.
Saluti Cala









 A Djirghital, appena sceso dall'elicottero.

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