giovedì 13 ottobre 2011

rieccomi a Kathmandu

ciao a tutti,
eccomi finalmente di nuovo a scrivervi direttamente. Sono a Kathmandu gia' da tre giorni, e mi scuso per il ritardo, ma un po le commissioni, un po le visite mediche per i piedi e un po' i festeggiamenti, mi hanno tenuto molto impegnato.
Da quando abbiamo fatto la cima, non abbiamo avuto tanto respiro: il 4 mattina siamo arrivati in cima alle 10:00 e poi siamo ridiscesi fino al C2, il giorno dopo siamo arrivati al BC alle 12:00 e ci hanno informato che l'indomani mattina sarebbero arrivati i portatori per sbaraccare il campo e portare tutto a Sama Gaon. Una cosa un po' inconsueta. Di solito dopo la cima si fanno sempre uno o due giorni di riposo prima di iniziare il trekking di ritorno. Purtroppo quest'anno c'erano problemi di concomitanza con la partenza di spedizioni piu' grosse, e abbiamo dovuto anticipare la nostra partenza. Cosi' il tempo di mangiare una porzione quadrupla di pasta e patate fritte, e subito a fare i bagagli per la partenza dell'indomani.
Il 6 partiamo verso le undici dal BC, poi breve tappa a Sama e poi inizia la nostra cavalcata verso Arugat, il termine del trekking. Dita dei piedi doloranti al limite della sopportazione, zaino in spalla e via a camminare. Il primo giorno camminiamo cca sette ore, gli altri tre dodici. arriviamo sempre a notte fonda con le frontali accese. Siamo in tre: io Marco e Simone La Terra. I primi giorni parliamo un sacco e facciamo un sacco di battute, siamo galvanizzati dalla cima. Poi, man mano che percorriamo chilometri, la stanchezza ed il dolore tremendo alle dita dei piedi per me e Simone ci fanno parlare sempre di meno e Marco inizia a lamentarsi di ogni piccolo dolore. Ci rivela anche che da giovane in vacanza il suo soprannome era "lamentos", ed ora capiamo il perche':-). In totale percorreremo cca 120 km.
Il 9 ottobre arriviamo a Sotikola dove recuperiamo un fuoristrada che ci porta prima ad Arugat dove ceniamo e poi continuiamo per Kathmandu. Nove ore di fuoristrada scomodo, tutti incastrati con gli sherpa di alcune spedizioni che abbiamo riincontrato durante il cammino. Un'altra prova di resistenza... . Alle cinque del mattino finalmente raggiungiamo l'albergo in Kathmandu.
Adesso eccomi qua a scrivervi dalla capitale.
Del giorno della vetta, il resoconto e le emozioni, vi voglio scrivere in un secondo momento.Ora vi spiego solo di come e' fatta la vetta del MAnaslu: la parte finale per e composta da un canale di cca 45 gradi che porta alla rock tower, una prima cima, qualche metro piu' bassa della cima vera e propria, ma che e' gia' considerata cima. Da qui bisogna percorrere una sottile cresta affilata di qualche centinaio di metri per raggiungere il punto piu' alto dove ci si sta al massimo in due. Molte volte questo tratto e' impraticabile perche' troppo instabile e pericoloso e cosi' viene considerata cima anche solo la rock tower. Quest'anno siamo riusciti ad arrivare alla cima vera e propria, pero' abbiamo dovuto lasciare gli sci alla rocktower perche' c'era molta gente e avremmo dovuto fare aspettare molto le cordate di quelli che ci seguivano se avessimo voluto sciare dalla cima, cosi', nostro malgrado, abbiamo calzato gli attrezzi (io gli sci e Marco la tavola) dalla rock tower. Per me le prime quattro curve dalla cime nel canale sono state motivo gi gioia infinita. Si realizzava un sogno, un progetto iniziato tre anni fa che non si e' concluso allora forse per mia inesperienza, e i cui sviluppi mi hanno procurato una malattia che ha rischiato di troncare la mia carriera hymalaiana.E' difficile descrivere quelle sensazioni, la stanchezza non c'era piu' e la concentrazione (la neve non era facile e alla fine 45 gradi a 8100 mt sono impegnativi)pero' non mi assorbiva completamente, lacrime certo uscivano dai miei occhi, proprio come tre anni fa, ma questa volta non erano amare ma avevano il sapore dolce del miele e della soddisfazione... cacchio, stavo sciando a 8000 metri. Un sogno ad occhi aperti!!! Adesso vi faccio vedere un po' di foto. Le prime. Ne seguiranno molte altre. Stay in touch.
ps per tranquillizzare tutte le persone a me vicie, non vi preoccupate, ho consultato ben due medici diversi e sembra che anche questa volta portero' a casa tutte le mie dita :-)
Namaste




4 commenti:

  1. Sei stato un grandissimo, Cala.
    Siete stati grandissimi.
    Vi abbiamo accompagnato con lo spirito per tutto il tempo.
    Ma ora sarà bello un bau bau di presenza, speriamo al più presto!
    Un abbraccio!
    (la cagnina bianconera ed i suoi 2 sudditi)

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  2. Cala, ti ho seguito ogni giorno. Grandissima impresa per entrambi, ancor più bella sapendo che riporti a casa tutte le tue dita ... Lucio

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  3. Grande Cala!!Ti verrò a fare i complimenti di persona all'inizio della stagione di fondo.

    Maurizio.

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  4. oh sudicio! ma lavateli quei piedi!!!
    boia de'...

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