venerdì 23 maggio 2008

fine

Di nuovo a Kathmandu, inizio e fine di ogni spedizione, ogni fatica sogno ed avventura.
Il trekking di rientro e' stato fantastico: paesaggi meravigliosi, abbiamo superato un passo, il Lakya La di 5140 mt in mezzo a nubi che andavano e venivano ma che sempre purtroppo coprivano le alte montagne circostanti, e che alla fine hanno deciso di trasformarsi in bufera proprio sul colle. I paesi incontrati di nuovo da viaggio nel tempo , mangiando in cucine fumose con la gente del posto e dormendo ammassati in stanzoni su scomode stuoiette. Per fortuna la compagnia si e' rivelata piacevole (i tedeschi della spedizione Dav Summit)e ha aiutato ad alleviare la fatica: circa dieci ore di camminata al giorno con zaini pesanti sulle spalle perche' tanto per cambiare abbiamo avuto problemi coi portatori.
Ho vissuto questo trekking di rientro sempre un po' come in trance, pensando e ripensando continuamente a quello che e' successo sul Manaslu. Come mai sto tornando indietro senza cima? Era sicuramente alla mia portata, e adesso sono in forma come non mai. Bastava partire e fare quello che mi riesce meglio da sempre: camminare e soffrire. Soffrire e non mollare. Passo dopo passo fino a quando non c'e' piu' niente da salire. Ma e' andata cosi'. Quel giorno, il 13 il vento era troppo forte. Thomas Lammle ha detto che nessuno sarebbe potuto arrivare in cima quel giorno, e perche' non credere a un uomo con tanta esperienza? Non avevo tenda al c4, quindi non potevo aspettare li' un altro giorno per un secondo tentativo. Ho preferito scendere d'un fiato fino al BC per poter riposare e provare di nuovo qualche giorno piu' tardi con un secondo tentativo. C'era la motivazione, il tempo e almeno altre due spedizioni avevano tempo quanto e piu' di me: gli olandesi e i colombiani. Non c'era motivo di aspettarsi una fuga generale come e' poi avvenuto.
Ho commesso degli errori tattici e sicuramente ne faro' tesoro. Il Manaslu e' una montagna tosta e pericolosa, il solo nominarla fa venire la pelle d'oca a molti alpinisti, e non e' assolutamente detto che quando ci tornero' faro' sicuramente la cima. Pero' bellissima. Un pezzo del mio cuore e' rimasto la' a 7780 mt. Adesso posso solo dire di avere vissuto un'avventure da hymalaysmo epico, di quelle che leggi sui libri, con ore di traccia da battere, seracchi precari, bufere di neve, congelamenti, uomini che muoiono, grandi cavalcate e ritirate roccambolesche. Mi sento molto stanco ora, ma anche piu' ricco dentro. Piu' capelli bianchi, piu' saggezza... forse... . Niente cima, ma dopotutto quello che conta non e' l'arrivo ma il cammino che si compie per arrivarci no? Il problema e' che ci devi arrivare all'arrivo... .
Ebbene si, credo che questa sia la fine. Mio malgrado sono costretto a scrivere la parola fine su questa avventura. Lieto di invitarvi alla mia prossima voglio ringraziare gli amici che mi hanno sostenuto e rincuorato tramite i messaggi, grazie mille, mi siete stati di grande aiuto, la mia bambina che anche lei ha voluto essermi vicina con questo sistema, e Priska, sempre mia confidente al termine di ogni fatica. Ringrazio inoltre il negozio Skialp di Cuorgne nella persona di Simone Dallera per il materiale fornitomi, specialmente per gli sci che si sono rivelati molto utili e perche' no, di grande divertimento in alcuni momenti con la neve che si alzava leggera fino alla vita.
Ringrazio ancora Javier Campos, mio compagno in questa avventura e nuovo amico, e saluto tutti gli amici conosciuti al BC.
A tutti un grande abbraccio e un arrivederci alla prossima
Adesso vado ad affogare nella birra, grande ricostituente di sali minerali:-)
FINE CALA

2 commenti:

  1. Cala, hai affrontato quella che è "La Montagna dello Spirito" e ne sei stato all'altezza. Hai parlato con lei, l'hai vista e sei arrivato dove nessun'altro ha osato in questa spedizione. Certo, il tempo non ti è stato amico. Credo che gli amici tibetani direbbero che non era ancora il momento per te. Il karma ha girato così. Il tempo arriverà, quando sarà il momento. SEI UN GRANDE!!!!!! un abbraccio Martina. PS: quando torni in valle, vi prenotiamo (te e Priska) per una pizza, ok? Mati e Luca

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  2. Cosa dire?
    Io ho assistito dall'altre parte del mondo questo tuo cammino e ho patito con te i tuoi momenti difficili. Ho cercato di trasmetterti tutta la mia forza indebolendo anche il mio fisico e spirito.
    Sono veramente orgogliosa di te, di quello che hai fatto e soprattutto di come l'hai fatto. Continua a mantere la tua semplicità e umiltà, perchè l'uomo forte è quello che sa tornare indietro!
    Ti amo
    Priska

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